1. | € 25,00 | EAN-13: 9791256150540 Stefano Ossicini L'invenzione del concetto di «razza». Nominare, misurare, classificare. Il ruolo di filosofi e scienziati del Settecento
Edizione: | Meltemi, 2024 | Tempi di rifornimento | Nessuna informazione sulla tempistica di fornitura | Info disponibilità | Rifornimento in corso | Prezzo di acquisto | € 25,00 | Descrizione | L'invenzione del concetto di «razza». Nominare, misurare, classificare. Il ruolo di filosofi e scienziati del Settecento: Il volume ruota attorno alla storia di Angelo Soliman, un bambino africano arrivato in Sicilia intorno al 1730: da schiavo diviene prima libero, poi precettore di nobili rampolli della corte austriaca, infine un rispettato membro della loggia massonica, nonché marito e padre di nobildonne e amico dell'Imperatore. Alla morte improvvisa nel 1797, il suo corpo viene sequestrato e smembrato; con la sua pelle impagliata viene costruito un manichino esposto al pubblico in una sorta di esibizione etno-pornografica. Cosa é successo? Cosa ha portato a tutto questo? Stefano Ossicini prova a rispondere a queste domande e a spiegare anche gli aspetti più disturbanti della storia di Soliman. Negli ultimi decenni del Settecento, infatti, si assiste a un vero e proprio cambio di paradigma scientifico, culturale e sociale rispetto al modo occidentale di guardare agli uomini. Alla morte, Soliman viene ridotto al colore della sua pelle: scompare come persona, come individuo, per essere classificato, senza possibilità di scampo, all'interno di un nuovo concetto, quello di "razza", che lo pone su uno dei gradini più bassi quale selvaggio senza possibilità di cambiamento. | Aggiungi al Carrello |
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3. | € 18,00 | EAN-13: 9788854503892 Stefano Ossicini L' universo è fatto di storie non solo di atomi. Breve storia delle truffe scientifiche
Edizione: | Neri Pozza, 2012 | Collana: | I colibrì | Tempi di rifornimento | Indicativamente procurabile in 5-6 giorni lavorativi | Info disponibilità | Testo remainders al momento non procurabile | Prezzo di acquisto | € 18,00 | Descrizione | Steven Weinberg, premio Nobel per la fisica, recentemente affermava: «Per quanto ne sappia non vi è mai stato una caso di aperta falsificazione dei dati in fisica».
Gli scandali esplosi in questo primo scorcio di secolo si sono immediatamente incaricati di smentirlo. Negli ultimi anni, infatti, false scoperte, errori, risultati esagerati sono così aumentati che molti osservatori hanno concluso che non solo i truffatori debbano essere scovati e puniti, ma che la stessa struttura della ricerca scientifica sia da porre sotto indagine.
Questo libro narra un secolo di storie controverse, frodi, errori, illusioni prese dal fronte della scienza: dai raggi N alle nanotecnologie, dalla natura della luce ai nuovi elementi chimici, dalle forme dell'acqua alle energie inesauribili.
Assistiamo in questi anni all'emergere di una nuova tipologia di fare scienza, una sorta di arrangiamento ibrido tra università, centri di ricerca, ruolo del pubblico, governi nazionali e sovranazionali, finanziatori e imprese private, dove il numero di ricercatori, esperimenti, analisi e pubblicazioni diventa sempre più grande mentre i normali meccanismi di controllo stentano a tenere il passo.
La competizione diventa più spietata, la ricerca più frammentata, sponsorizzata, sempre meno guidata dalla curiosità e dalla ricerca della verità. I conflitti di interesse, finanziari ed etici, aumentano e i ricercatori a progetto, tipica forma postmoderna, che non possono avere una conoscenza d'insieme dello studio intrapreso, dei suoi scopi e metodi , non solo sono chiamati a svolgere spesso lavori ripetitivi ma in più sono costretti a produrre comunque risultati per sperare in una prosecuzione del progetto, per aspirare al mantenimento del posto. Ed ecco che nascono, inevitabili, tentazioni devianti.
Certo è che i meccanismi di autocorrezione continuano ad essere un tratto distintivo della scienza, ma tutti dobbiamo conoscere come la scienza realmente opera per poter più correttamente giudicare.
Una volta Peter Medawar, premio Nobel per la medicina, descrisse così i ricercatori: «Gli scienziati sono persone di temperamento molto dissimile, che fanno cose differenti, in modi fortemente diversi. Tra gli scienziati ci sono collezionisti, classificatori e compulsivi inseguitori delle nuove mode. Molti sono detective e molti sono esploratori. Ci sono scienziati-poeti, scienziati-filosofi e persino qualche mistico». Qualche tempo dopo scrisse, dispiaciuto, di aver dimenticato di aggiungere «... e anche qualche imbroglione». | |
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